Sono passati più di 130 anni da quando don Luigi Maneschg, allora parroco decano d’ Ampezzo, incaricò il cappellano don Giovanni Dasser di formare una corale. Il sacerdote, pieno d’entusiasmo, istruì un gruppo di ragazze che presentò, con l’esecuzione di brani a più voci, durante la Messa della notte di Natale del 1882. Le componenti del coro erano: Isabella Bigontina “de Lazaro”, Antonia Verocai in Zardini, Silvia Bigontina “de Lazaro”, Paolina Verocai in de Zanna, Speranza Menardi Gillarduzzi, Rachele Zangrandi Colli “Foura”, Angelina de Zanna Gaspari, Edvige de Bigontina, Giovanna de Bigontina Dalus, Alba Verocai de Zanna e Amalia Verocai.
Fino alla metà dell’ Ottocento in Ampezzo si cantavano le melodie nel modo aquileiense; Ampezzo era infatti appartenuta fin dalle origini al Patriarcato di Aquileia e solo nel 1751 era passata prima alla arcidiocesi di Gorizia, a quella di Lubiana nel 1787, ed in fine, nel 1789, alla diocesi di Bressanone.

Quando scoppiò la prima guerra mondiale, la Schola rimase senza giovani cantori, tutti richiamati alle armi. Nonostante ciò tutti i cantori rimasti raddoppiarono l’impegno e le esecuzioni furono, comunque, all’altezza della corale che mantenne inalterato il servizio anche durante l’occupazione italiana di Ampezzo nel 1915. A questo proposito è bello ricordare che alcuni soldati italiani che si trovavano in Ampezzo, e che erano dotati musicalmente, chiesero di poter aiutare con le loro voci la Schola e lo fecero con molto impegno.
Nel 1935 venne redatto per la prima volta uno statuto e la corale venne denominata ufficialmente “Schola Cantorum”.
Da oltre 130 anni, quindi, la Schola Cantorum di Cortina d’Ampezzo presta il servizio liturgico, primo scopo della sua esistenza, alla messa domenicale delle ore 9, canta gli antichi Vespri nelle solennità ed è presente a tutte le funzioni straordinarie nelle quali è richiesto il suo servizio.
Le prove si svolgono una o due volte alla settimana secondo le esigenze dei vari periodi liturgici.
Il repertorio è vastissimo e spazia dal gregoriano alla polifonia antica e moderna.
L’ attività che, tra alti e bassi, non si è mai interrotta, è una presenza discreta, densa d’ impegno e di umanità, che fa onore alla nostra gente e alle sue nobili tradizioni, manifestandone l’ anima più genuina.
Raggiunto un così lungo e ricco percorso, ogni anno che passa è davvero un dono prezioso sia per chi della corale ne fa parte, sia per tutti coloro che, quasi inconsapevolmente, hanno trasformato le armonie della Schola nella colonna sonora di tanti momenti, felici e mesti, della propria esistenza.
Il bel canto consente, infatti, di dare espressione e solennità al sentimento religioso, di elevare il cuore nella fede e nella preghiera, di infondere serenità e gioia.
La Schola svolge uno di quei servizi che nelle nostra cittadina sono divenuti una consuetudine: solo la mancanza di essi potrebbe renderci davvero consapevoli dell’importanza di tali attività e di quanto sappiano arricchire la vita di una comunità, profondamente legata alle tradizioni religiose e civili della propria terra.