
La cappella di S. Candido venne eretta nella prima metà del Settecento come voto del villaggio ampezzano di Campo di Sopra contro gli incendi che l'avevano più volte distrutta. Durante la Prima Guerra Mondiale fu gravemente danneggiata da un disastroso incendio che colpì gran parte del villaggio: venne riedificata e riaperta al culto nel 1928.
Se pur vi sono dei dubbi sulla data precisa di erezione di questa chiesa, ancor più misteriosa è la sua dedicazione a S. Candido, venerato nell'arco alpino per irraggiamento dal monastero benedettino di S. Candido in Val Pusteria, dove vi si conservavano le reliquie.
È curioso notare che nella cappella di Campo non vi è alcuna immagine di questo santo, riconoscibile dalle vesti vescovili, mentre vi sono ben quattro immagini di S.Floriano, raffigurato come soldato romano e che, per aver subito il martirio per annegamento, viene venerato quale protettore degli incendi e delle inondazioni. Non è spiegato quindi da dove derivi la titolazione a S. Candido, che viene comunque solennemente festeggiato il 23 maggio, ricorrenza appunto di tale santo.
L'interno della chiesa è dominato dalla presenza di tre altari stilisticamente assai diversi. Il seicentesco altare maggiore è collocato in una nicchia quadrangolare e si compone di un dossale in legno dipinto dalla forma convessa e armoniosamente articolata in ampie volute. In esso è collocata una tela, tardo seicentesca, raffigurante la Sacra Famiglia e S.Floriano in atto di spegnere un incendio che rosseggia sullo sfondo.
Nella parete sinistra si trova l'altare proveniente dalla chiesa di S Rocco a Zuel: si tratta di una struttura più rigidamente geometrica ed essenziale nella decorazione, ma che ospita una interessante pala seicentesca di scuola veneta, raffigurante S.Giovanni Battista, in cui non mancano echi del celebre dipinto, dal medesimo soggetto, di Tiziano Vecellio conservato alle gallerie dell'Accademia di Venezia. L'ultima immagine di S.Floriano è visibile nella tela collocata in controfacciata al di sopra della bussola in vetro: vi è raffigurata la Sacra Famiglia e Santi, tra cui notiamo l'immancabile S.Floriano, S.Antonio Abate e S.Gerolamo.L’opera è attribuita a Pietro Longhi (1701-1785)
Nella parete sinistra si trova uno dei gioielli artistici di Cortina d'Ampezzo e della scultura lignea del primo Cinquecento: il Flügelaltar di Santa Caterina, proveniente dall'omonima chiesa di Cortina, oggi scomparsa.
Il Flügelaltar, pala d'altare a sportelli girevoli, è un genere artistico vero e proprio che si sviluppa con grande fortuna in area tedesca dall'inizio del 1300 e riunisce le diverse tecniche artistiche della decorazione del legno: scultura a tutto tondo, decorazione a rilievo, pittura, doratura e composizione architettonica.
Questo Flügelaltar è opera di Michael Parth nato e vissuto a Bressanone dal 1475 al 1551 e allievo del famoso artista pusterese Michael Pacher morto a Bressanone nel 1498. L'altare presenta un articolato programma iconografico costituito da quattordici figure principali completate da decorazioni fitomorfe a girali che rendono ancor più prezioso l'insieme. A portelle chiuse sono raffigurati: nell'alzata, S. Giovanni Evangelista con il calice dorato, e S. Giuda Taddeo; nella predella la scena dell'Annunciazione tra i Santi Rocco e Sebastiano. A portelle aperte la predella presenta invece la scena con figure a tutto tondo del martirio di S.Caterina e due Santi che potrebbero essere Nicolò e la Maddalena; nell'alzata i Santi Pietro e Paolo sono nelle ante, mentre nel trittico centrale troviamo S. Caterina in trono tra S. Giovanni Battista e S.Matteo.
Gastaldo: Giovanni Michielli 3392431462 - Sacrestano: Paolo Costantini 3476077275 e Stefania Pordon 3403426043